06-06-2008
VERTICE FAO TRA CRISI ALIMENTARE E BIOCARBURANTI, IL BRASILE CON LULA DICE LA SUA
Crisi alimentare e biocarburanti. Se si parla del vertice della Fao, in corso a Roma, non si può non prendere in considerazione questi due termini. E, al tempo stesso, non possono non venire in mente le parole pronunciate ieri dal presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, che ha strenuamente difeso la produzione di bioetanolo. Le parole di Lula hanno provocato una reazione non poco frammentata, anzi. Sono arrivate sia critiche, sia prese di posizione favorevoli alla linea proposta dal presidente brasiliano. La principale critica arriva del direttore generale della Fao Jacques Diouf secondo il quale la produzione di ecobenzina toglierebbe risorse all'agricoltura. “Nessuno capisce – lamenta Diouf – come nel 2006 politiche protezioniste e 11-12 miliardi di dollari abbiano avuto l'effetto di dirottare 100 milioni di tonnellate di cereali dal consumo umano alla soddisfazione della sete di carburante dei veicoli”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dichiarato dubbioso a riguardo: “Non si sono sufficientemente considerati gli effetti derivanti dalle destinazioni di superfici coltivate per la produzione di biocarburanti”. Più possibilista il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, che, pur considerando “i biocarburanti una delle cause della crisi alimentare”, ricorda che “il loro impatto deve essere ancora valutato”. A sostegno della sua tesi, Lula ha dichiarato che “lobby potenti pretendono di attribuire alla produzione di etanolo la responsabilità dell'inflazione del prezzo del cibo” che invece per il presidente del Brasile dipende da una “combinazione di fattori: il prezzo del petrolio, che ha conseguenze sul costo dei fertilizzanti; la speculazione sui mercati finanziari; l'accresciuto consumo di cibo nei Paesi in via di sviluppo, come Cina, India, Brasile e altri. E, soprattutto, il mantenimento di assurde politiche protezioniste nell'agricoltura dei Paesi ricchi”. Si chiede Lula: “A che serve produrre, se i sussidi e il protezionismo impediscono l'accesso ai mercati, tagliano gli ingressi e colpiscono l'agricoltura sostenibile?”. I sussidi, proseguito, “creano dipendenza, smantellano le strutture produttive, generano fame e povertà lì dove potremmo avere prosperità. E' venuta l'ora di abolirli”. A pensarla come Lula è Ed Shaker, segretario dell'Agricoltura dell'amministrazione Bush, per il quale “non c'è una sola spiegazione alla crisi alimentare”. Si tratta piuttosto “di un misto di prezzi petroliferi e di fertilizzanti che salgono; di speculazioni, di cambi climatici”. Secondo Shaker “in Brasile per ogni grano, di riso, di mais, o ogni litro di latte, il petrolio è responsabile del 30% del prezzo finale”. Che s'intende per biocarburanti? Si tratta di carburanti derivati da vegetali appena raccolti, sono diversi dai combustibili fossili perché questi come il carbone derivano da materiale biologico morto da molto tempo. I biofuel per auto trasporto sono l'alternativa più adottata ai derivati del petrolio. I biocarburanti sono essenzialmente due: etanolo e biodiesel. Etanolo (alcool etilico) Si produce dalla canna da zucchero, barbabietola, sorgo,mais (frumento, orzo, segale), melassa, vino r residui della vinificazione e viene aggiunto alla benzina. I maggiori produttori sono: Usa (dal mais) e Brasile (dalla canna da zucchero). Insieme rappresentano il 90% della produzione mondiale. L'etanolo prodotto da canna da zucchero è il biofuel più ecologico, emette l'85-90% di gas serra in meno. Biodiesel Si ricava da piante che producono oli come palma, soia, colza, alga. Una volta riscaldati questi oli possono essere bruciati nei motori diesel, diluiti nel gasolio o puri. I principale produttori di biodiesel sono l'Europa (dalla colza) e gli Stati Uniti (dalla soia). Pro e contro dei biocarburanti Sono meno inquinanti rispetto ai combustibili fossili (benzina e gasolio) e alcuni economisti sostengono che se non ci fossero greggio e benzina costerebbero rispettivamente il 15% e il 25% in più dell'attuale prezzo. Secondo altri la produzione di biofuel è talmente limitata da non incidere per niente su questo mercato. In più si ritiene che il biofuel sia piuttosto la causa dell'aumento dei costi dei prodotti alimentari. Un po' di storia L'uso delle materie prime agricole per produrre combustibili viene introdotto con la comparsa dei motori per trazione di concezione moderna. Primo fra tutti nel 1870 il tedesco Nikolaus August Otto, padre del motore a combustione interna. Nel 1983 Rudolf Diesel, suo connazionale, costruì il motore cui diede il nome per funzionare con olio di arachidi. Anche Herry Ford concepì il suo modello T per essere alimentato da carburante a canapa. Ovviamente le fasi alterne dal biofuel sono dovute alla disponibilità di avere greggio a buon prezzo.
VERTICE FAO TRA CRISI ALIMENTARE E BIOCARBURANTI, IL BRASILE CON LULA DICE LA SUA
Crisi alimentare e biocarburanti. Se si parla del vertice della Fao, in corso a Roma, non si può non prendere in considerazione questi due termini. E, al tempo stesso, non possono non venire in mente le parole pronunciate ieri dal presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, che ha strenuamente difeso la produzione di bioetanolo. Le parole di Lula hanno provocato una reazione non poco frammentata, anzi. Sono arrivate sia critiche, sia prese di posizione favorevoli alla linea proposta dal presidente brasiliano. La principale critica arriva del direttore generale della Fao Jacques Diouf secondo il quale la produzione di ecobenzina toglierebbe risorse all'agricoltura. “Nessuno capisce – lamenta Diouf – come nel 2006 politiche protezioniste e 11-12 miliardi di dollari abbiano avuto l'effetto di dirottare 100 milioni di tonnellate di cereali dal consumo umano alla soddisfazione della sete di carburante dei veicoli”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dichiarato dubbioso a riguardo: “Non si sono sufficientemente considerati gli effetti derivanti dalle destinazioni di superfici coltivate per la produzione di biocarburanti”. Più possibilista il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, che, pur considerando “i biocarburanti una delle cause della crisi alimentare”, ricorda che “il loro impatto deve essere ancora valutato”. A sostegno della sua tesi, Lula ha dichiarato che “lobby potenti pretendono di attribuire alla produzione di etanolo la responsabilità dell'inflazione del prezzo del cibo” che invece per il presidente del Brasile dipende da una “combinazione di fattori: il prezzo del petrolio, che ha conseguenze sul costo dei fertilizzanti; la speculazione sui mercati finanziari; l'accresciuto consumo di cibo nei Paesi in via di sviluppo, come Cina, India, Brasile e altri. E, soprattutto, il mantenimento di assurde politiche protezioniste nell'agricoltura dei Paesi ricchi”. Si chiede Lula: “A che serve produrre, se i sussidi e il protezionismo impediscono l'accesso ai mercati, tagliano gli ingressi e colpiscono l'agricoltura sostenibile?”. I sussidi, proseguito, “creano dipendenza, smantellano le strutture produttive, generano fame e povertà lì dove potremmo avere prosperità. E' venuta l'ora di abolirli”. A pensarla come Lula è Ed Shaker, segretario dell'Agricoltura dell'amministrazione Bush, per il quale “non c'è una sola spiegazione alla crisi alimentare”. Si tratta piuttosto “di un misto di prezzi petroliferi e di fertilizzanti che salgono; di speculazioni, di cambi climatici”. Secondo Shaker “in Brasile per ogni grano, di riso, di mais, o ogni litro di latte, il petrolio è responsabile del 30% del prezzo finale”. Che s'intende per biocarburanti? Si tratta di carburanti derivati da vegetali appena raccolti, sono diversi dai combustibili fossili perché questi come il carbone derivano da materiale biologico morto da molto tempo. I biofuel per auto trasporto sono l'alternativa più adottata ai derivati del petrolio. I biocarburanti sono essenzialmente due: etanolo e biodiesel. Etanolo (alcool etilico) Si produce dalla canna da zucchero, barbabietola, sorgo,mais (frumento, orzo, segale), melassa, vino r residui della vinificazione e viene aggiunto alla benzina. I maggiori produttori sono: Usa (dal mais) e Brasile (dalla canna da zucchero). Insieme rappresentano il 90% della produzione mondiale. L'etanolo prodotto da canna da zucchero è il biofuel più ecologico, emette l'85-90% di gas serra in meno. Biodiesel Si ricava da piante che producono oli come palma, soia, colza, alga. Una volta riscaldati questi oli possono essere bruciati nei motori diesel, diluiti nel gasolio o puri. I principale produttori di biodiesel sono l'Europa (dalla colza) e gli Stati Uniti (dalla soia). Pro e contro dei biocarburanti Sono meno inquinanti rispetto ai combustibili fossili (benzina e gasolio) e alcuni economisti sostengono che se non ci fossero greggio e benzina costerebbero rispettivamente il 15% e il 25% in più dell'attuale prezzo. Secondo altri la produzione di biofuel è talmente limitata da non incidere per niente su questo mercato. In più si ritiene che il biofuel sia piuttosto la causa dell'aumento dei costi dei prodotti alimentari. Un po' di storia L'uso delle materie prime agricole per produrre combustibili viene introdotto con la comparsa dei motori per trazione di concezione moderna. Primo fra tutti nel 1870 il tedesco Nikolaus August Otto, padre del motore a combustione interna. Nel 1983 Rudolf Diesel, suo connazionale, costruì il motore cui diede il nome per funzionare con olio di arachidi. Anche Herry Ford concepì il suo modello T per essere alimentato da carburante a canapa. Ovviamente le fasi alterne dal biofuel sono dovute alla disponibilità di avere greggio a buon prezzo.
Partito Democratico | San Gimignano (Siena) · Via San Giovanni, 28 · Tel. 0577 940334 · Fax 0577 907186 · Email: info@sangimignanopd.it | Area riservata