01-05-2008
1 MAGGIO FESTA DEL LAVORO. MARRUCCI: "IL PRIMO MAGGIO PER CHIEDERE PIU' SICUREZZA E PIU' REDDITO"
Una repubblica democratica fondata sul lavoro. È la carta d’identità del nostro paese, il primo dei principi fondamentali della Costituzione scritta per tutti gli italiani sessanta anni fa. Troppe volte il lavoro è stato accantonato e non è diventato un diritto. Troppe volte il lavoro invece di dare il pane alle persone ne ha provocato la morte. Troppe volte quel diritto è diventato un sogno, contrabbandando come lavoro a chi firma un contratto solo uno stato di precarietà. Primo maggio festa dle lavoro per ricordare chi perde la vita sul lavoro, chi perde il lavoro, chi perde il sonno alla ricerca eterna di un lavoro, chi offre lavoro, chi lo trova e riesce a dare un senso alla sua vita proprio in questa dimensione. LA STORIA DELLE CELEBRAZIONI La nascita della festa internazionale del Primo Maggio è legata alla lotta per la riduzione della settimana e della giornata lavorativa ad 8 ore, traguardi coincidenti con l’industrializzazione degli Stati Uniti. La richiesta per una settimana lavorativa più corta e per il diritto di organizzazione dei lavoratori furono una priorità rispetto alla richiesta di un salario più alto, e in verità furono le prime cause che scatenarono gli scioperi. Nei primi dell’800 la giornata lavorativa andava dall’alba al tramonto oscillando tra le 14 alle 8 ore. I primi scioperi per la riduzione dell’orario lavorativo a 10 ore iniziarono attorno agli anni ’20 e ’30. Al 1827 si fa risalire la nascita della Prima Unione sindacale, durante uno sciopero dei lavoratori a Filadelfia. Alla fine i lavoratori riuscirono a strappare al governo Van Duren l’approvazione di un decreto che fissava l’orario lavorativo a 10 ore per tutti i dipendenti pubblici. Le pressioni per la riduzione della giornata lavorativa toccavano gli Stati Uniti, che cominciarono a puntare alle 8 ore, e l’Australia dove dai lavoratori venne coniato lo slogan “8 ore di lavoro, 8 ore di riposo, 8 ore per il resto”. Il traguardo delle 8 ore avvenne intorno al 1856. Fu proprio la rivendicazione delle 8 ore lavorative giornaliere alla base della nascita del movimento operaio. La nascita della National Labor Union nel 1866, la prima union su scala nazionale, fondata da Willam H. Sylvius, stabilì innanzitutto relazioni con la Prima Internazionale e inserì tra le sue linee d’azione la liberazione dalla schiavitù del capitalismo, la giornata di 8 ore come orario legale e l’individuazione dell’indipendenza dalla politica. Con la partecipazione dei rappresentanti della NLU al Congresso dell’Internazionale dove furono presentati le linee guida, la rivendicazione delle 8 ore fu fatta propria anche dall’Internazionale nel 1866. Nel 1872 l'Internazionale fu trasferita da Londra e a New York dove è poi nata la Seconda Internazionale. La data del Primo Maggio venne proclamata giornata internazionale dei lavoratori durante il Congresso di Parigi nel 1889. Con questa data si dedicava il giorno di lotta per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore. La data fu ufficializzata anche in Europa e ratificata in Italia due anni dopo. Fu infine la Federation of Organizations Trade and Labor Unions of the United States and Canada (AFL), che stabilì che il Primo Maggio sarebbe stato il giorno dei lavoratori Convenzionalmente l’origine della festa fu fatta risalire ad una manifestazione organizzata dai cavalieri del lavoro a New York il 5 settembre 1882, Due anni dopo nel 1884 durante una manifestazione simile i Cavalieri del Lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Infine altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale chiesero che ricorrenza cadesse il primo maggio. A determinare la scelta furono gli incidenti accaduti durante i primi di maggio del 1896 quando i lavoratori di Chicago scesero in sciopero e furono duramente attaccati dalla polizia. Qualche giorno dopo il 4 maggio fu organizzata una manifestazione di protesta contro gli attacchi avvenuti il giorno prima: contro i manifestanti fu lanciata una bomba che innescò gli scontri tra lavoratori e polizia nei quali furono uccisi sette agenti e tre lavoratori tanto che gli episodi sono ricordato come “i fatti di Haymarket Square”. In Europa, la prima celebrazione del Primo Maggio si verifica nel 1890 e in Italia nel 1891. Francesco Crispi, Primo Ministro italiano, vietò ogni manifestazione e ordinò la ferma repressione di ogni dimostrazione non autorizzata. A Roma, durante gli scontri con la polizia morirono due persone e ci furono decine di feriti. Oltre alla rivendicazione delle 8 ore si aggiunsero la rivendicazione di tutti i diritti civili negati e altre questioni come per il primo maggio del 1898 che coincise anche con la lotta dei cosiddetti moti per il pane scatenati dalla decisione del governo di imporre la tassa sul macinato. Lotte che culminarono con i fatti di Milano, quando i dimostranti furono presi a cannonate dalle truppe schierate per reprimere le manifestazioni sotto il comando del generale Bava Beccaris. Decine furono le persone che persero la vita. In seguito il Primo Maggio, all’inizio del ‘900 in Italia , si caratterizza anche per la rivendicazione del suffragio universale e per le proteste contro la guerra di Libia nel 1911. Solo nel 1919 i lavoratori festeggiarono la conquista delle 8 ore lavorative. Durante il periodo fascista, a partire dal 1922, la festa fu abolita perché considerata allora sovversiva e fu sostituita con le celebrazioni del 21 aprile coincidenti con il Natale di Roma. La giornata durante il regime divenne il simbolo della collaborazione delle classi. Le celebrazioni per il primo maggio ripresero nel 1945 con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Solo due anni dopo a Portella della Ginestra, presso Piana degli Albanesi in Sicilia durante le solennità per la fine della dittatura si verificò uno degli episodi più tristi e sanguinosi: 2000 persone tra contadini e lavoratori stavano festeggiando quando furono attaccati dagli uomini di Salvatore Giuliano causando undici vittime persone e il ferimento di oltre cinquanta persone. La Cgil proclamò lo sciopero nazionale dichiarando che l’episodio dimostrava la volontà dei latifondisti siciliani di reprimere nel sangue le organizzazioni dei lavoratori L’allora ministro dell’interno Mario Scelba, dichiarò che non si trattò di un delitto politico, e più tardi, nel 1949, fu smentito da salvatore Giuliano che in una lettera indirizzata ai giornali e alla polizia rivendicò infatti la natura politica della strage. Da allora le celebrazioni per il primo maggio ricordano sempre la strage di Portella.
1 MAGGIO FESTA DEL LAVORO. MARRUCCI: "IL PRIMO MAGGIO PER CHIEDERE PIU' SICUREZZA E PIU' REDDITO"
Una repubblica democratica fondata sul lavoro. È la carta d’identità del nostro paese, il primo dei principi fondamentali della Costituzione scritta per tutti gli italiani sessanta anni fa. Troppe volte il lavoro è stato accantonato e non è diventato un diritto. Troppe volte il lavoro invece di dare il pane alle persone ne ha provocato la morte. Troppe volte quel diritto è diventato un sogno, contrabbandando come lavoro a chi firma un contratto solo uno stato di precarietà. Primo maggio festa dle lavoro per ricordare chi perde la vita sul lavoro, chi perde il lavoro, chi perde il sonno alla ricerca eterna di un lavoro, chi offre lavoro, chi lo trova e riesce a dare un senso alla sua vita proprio in questa dimensione. LA STORIA DELLE CELEBRAZIONI La nascita della festa internazionale del Primo Maggio è legata alla lotta per la riduzione della settimana e della giornata lavorativa ad 8 ore, traguardi coincidenti con l’industrializzazione degli Stati Uniti. La richiesta per una settimana lavorativa più corta e per il diritto di organizzazione dei lavoratori furono una priorità rispetto alla richiesta di un salario più alto, e in verità furono le prime cause che scatenarono gli scioperi. Nei primi dell’800 la giornata lavorativa andava dall’alba al tramonto oscillando tra le 14 alle 8 ore. I primi scioperi per la riduzione dell’orario lavorativo a 10 ore iniziarono attorno agli anni ’20 e ’30. Al 1827 si fa risalire la nascita della Prima Unione sindacale, durante uno sciopero dei lavoratori a Filadelfia. Alla fine i lavoratori riuscirono a strappare al governo Van Duren l’approvazione di un decreto che fissava l’orario lavorativo a 10 ore per tutti i dipendenti pubblici. Le pressioni per la riduzione della giornata lavorativa toccavano gli Stati Uniti, che cominciarono a puntare alle 8 ore, e l’Australia dove dai lavoratori venne coniato lo slogan “8 ore di lavoro, 8 ore di riposo, 8 ore per il resto”. Il traguardo delle 8 ore avvenne intorno al 1856. Fu proprio la rivendicazione delle 8 ore lavorative giornaliere alla base della nascita del movimento operaio. La nascita della National Labor Union nel 1866, la prima union su scala nazionale, fondata da Willam H. Sylvius, stabilì innanzitutto relazioni con la Prima Internazionale e inserì tra le sue linee d’azione la liberazione dalla schiavitù del capitalismo, la giornata di 8 ore come orario legale e l’individuazione dell’indipendenza dalla politica. Con la partecipazione dei rappresentanti della NLU al Congresso dell’Internazionale dove furono presentati le linee guida, la rivendicazione delle 8 ore fu fatta propria anche dall’Internazionale nel 1866. Nel 1872 l'Internazionale fu trasferita da Londra e a New York dove è poi nata la Seconda Internazionale. La data del Primo Maggio venne proclamata giornata internazionale dei lavoratori durante il Congresso di Parigi nel 1889. Con questa data si dedicava il giorno di lotta per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore. La data fu ufficializzata anche in Europa e ratificata in Italia due anni dopo. Fu infine la Federation of Organizations Trade and Labor Unions of the United States and Canada (AFL), che stabilì che il Primo Maggio sarebbe stato il giorno dei lavoratori Convenzionalmente l’origine della festa fu fatta risalire ad una manifestazione organizzata dai cavalieri del lavoro a New York il 5 settembre 1882, Due anni dopo nel 1884 durante una manifestazione simile i Cavalieri del Lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Infine altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale chiesero che ricorrenza cadesse il primo maggio. A determinare la scelta furono gli incidenti accaduti durante i primi di maggio del 1896 quando i lavoratori di Chicago scesero in sciopero e furono duramente attaccati dalla polizia. Qualche giorno dopo il 4 maggio fu organizzata una manifestazione di protesta contro gli attacchi avvenuti il giorno prima: contro i manifestanti fu lanciata una bomba che innescò gli scontri tra lavoratori e polizia nei quali furono uccisi sette agenti e tre lavoratori tanto che gli episodi sono ricordato come “i fatti di Haymarket Square”. In Europa, la prima celebrazione del Primo Maggio si verifica nel 1890 e in Italia nel 1891. Francesco Crispi, Primo Ministro italiano, vietò ogni manifestazione e ordinò la ferma repressione di ogni dimostrazione non autorizzata. A Roma, durante gli scontri con la polizia morirono due persone e ci furono decine di feriti. Oltre alla rivendicazione delle 8 ore si aggiunsero la rivendicazione di tutti i diritti civili negati e altre questioni come per il primo maggio del 1898 che coincise anche con la lotta dei cosiddetti moti per il pane scatenati dalla decisione del governo di imporre la tassa sul macinato. Lotte che culminarono con i fatti di Milano, quando i dimostranti furono presi a cannonate dalle truppe schierate per reprimere le manifestazioni sotto il comando del generale Bava Beccaris. Decine furono le persone che persero la vita. In seguito il Primo Maggio, all’inizio del ‘900 in Italia , si caratterizza anche per la rivendicazione del suffragio universale e per le proteste contro la guerra di Libia nel 1911. Solo nel 1919 i lavoratori festeggiarono la conquista delle 8 ore lavorative. Durante il periodo fascista, a partire dal 1922, la festa fu abolita perché considerata allora sovversiva e fu sostituita con le celebrazioni del 21 aprile coincidenti con il Natale di Roma. La giornata durante il regime divenne il simbolo della collaborazione delle classi. Le celebrazioni per il primo maggio ripresero nel 1945 con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Solo due anni dopo a Portella della Ginestra, presso Piana degli Albanesi in Sicilia durante le solennità per la fine della dittatura si verificò uno degli episodi più tristi e sanguinosi: 2000 persone tra contadini e lavoratori stavano festeggiando quando furono attaccati dagli uomini di Salvatore Giuliano causando undici vittime persone e il ferimento di oltre cinquanta persone. La Cgil proclamò lo sciopero nazionale dichiarando che l’episodio dimostrava la volontà dei latifondisti siciliani di reprimere nel sangue le organizzazioni dei lavoratori L’allora ministro dell’interno Mario Scelba, dichiarò che non si trattò di un delitto politico, e più tardi, nel 1949, fu smentito da salvatore Giuliano che in una lettera indirizzata ai giornali e alla polizia rivendicò infatti la natura politica della strage. Da allora le celebrazioni per il primo maggio ricordano sempre la strage di Portella.
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