24-09-2009
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA UNA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA SUL PACCHETTO SICUREZZA
In seguito all'approvazione da parte del Parlamento del cd "pacchetto sicurezza" il gruppo consiliare Centrosinistra per San Gimignano ha presentato una mozione in Consiuglio comunale passata col voto della maggioranza e di PRC, con l'astensione della Lista Civica e il voto contraio del PDL. Ecco il testo approvato: MOZIONE SUL PACCHETTO SICUREZZA. Preso atto che: - lo scorso 2 luglio il Senato della Repubblica Italiana ha dato il via libera al “Pacchetto Sicurezza” presentato dal Governo Berlusconi con il quale è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina (legge n. 94/2009); - la stessa legge prevede l’estensione fino ad un massimo di sei mesi, dai due precedenti, del tempo massimo di permanenza all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (così rinominati, ex Cpt); - le norme prevedono che tutti i pubblici ufficiali e tutti gli incaricati di pubblico servizio siano tenuti a denunciare un reato perseguibile, per cui anche quello di clandestinità; - con gli stessi provvedimenti si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione, visto che diventa obbligatorio il permesso di soggiorno, per qualsiasi atto che l’immigrato deve compiere, anche per quelli inerenti atti di stato civile; - nella legge in questione si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica, i figli generati dalle madri straniere irregolari rischiano di diventare per tutta la vita figli di nessuno; - nell’articolato si autorizzano di fatto le c.d. ronde, cioè la possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni (formate principalmente da ex appartenenti alle forze dell'ordine) di cittadini non armati in grado di segnalare casi di disagio sociale o che rechino pregiudizio alla sicurezza (c.d. ronde cittadine); valutato che: - il reato di clandestinità introdotto con tali norme contrasta fortemente con i principi di umanità, libertà e solidarietà e non fa distinzione alcuna tra i clandestini che hanno rapporti con la criminalità da coloro che, ancora non regolarizzati, lavorano e hanno casa nel nostro Paese; - come ha messo in rilievo l’appello dei giuristi del 30 giugno 2009, la clandestinità non può essere un reato. In quanto rendere una “condizione individuale”, quella di migrante, motivo di incriminazione, “assume un connotato discriminatorio” dal punto di vista giuridico, contrastante non solo con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, ma anche con “la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si può essere puniti solo per fatti materiali.” - diverse organizzazioni umanitarie hanno, nel corso degli anni, segnalato le condizioni inaccettabili dei CPT (oggi centri di identificazione e di espulsione) ed un’assoluta incapacità di garantire standard minimi di accoglienza; - la norma rischia di provocare la paralisi della giustizia senza rispondere effettivamente al bisogno di sicurezza delle cittadine e dei cittadini e senza promuovere quei processi di integrazione e di convivenza civile che sono alla base di ogni società moderna; - un’organizzazione come Amnesty International ha denunciato un crescente sentimento xenofobo in Italia, che rischia di accrescere a causa dei provvedimenti in questione; - la legge in oggetto, con il pretesto della sicurezza, contraddice palesemente le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea; - che le politiche in materia di sicurezza pagano tagli di risorse e di personale pesantissimi tali da rendere insufficiente un vero ed efficace controllo del territorio da parte delle forze di polizia, come denunciato più volte da tutti i sindacati della categoria; - la regione Toscana ha approvato la legge 29/2009 per realizzare l’accoglienza solidale delle cittadine e dei cittadini stranieri, secondo i principi del pluralismo delle culture, del reciproco rispetto e dell’integrazione partecipe, di cui all’articolo 4 dello Statuto regionale ed in conformità alla Costituzione ed alle norme internazionali; - la Regione Toscana detta norme ispirate ai principi di uguaglianza e pari opportunità per i cittadini stranieri che si trovano sul territorio regionale, favorendo la coesione sociale ed una vera cittadinanza sociale per gli immigrati regolari, con diritti e doveri per questi, senza privilegi ma con regole certe, e garantendo cure mediche per tutti ed accesso ai servizi in egual misura a italiani ed immigrati regolari che rispettano le regole e pagano le tasse; - che in particolare le politiche della Regione sono finalizzate ai seguenti obiettivi: a) la realizzazione del primato della persona indipendentemente dalla cittadinanza, attraverso il riconoscimento dei diritti inviolabili della persona; b) la realizzazione di una società plurale e coesa, tale da favorire la valorizzazione delle culture di origine e delle tradizioni dei cittadini stranieri e contestualmente il rafforzamento, attraverso un processo di interazione, della coesione sociale intorno ai principi e alle regole costituzionali, al fine di garantire il rispetto dei diritti di ciascuno e l’adempimento dei doveri individuali e collettivi; c) l’istituzione di un sistema regionale che favorisca modalità condivise e partecipate di governo del fenomeno migratorio, anche in relazione al sistema del “welfare” e dello sviluppo locale; d) la promozione della partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica e la valorizzazione dei rapporti interculturali come elementi fondamentali per la crescita della società e per la riduzione dei processi di isolamento e di chiusura comunicativa; e) il contrasto dei fenomeni di razzismo, xenofobia, discriminazione e lo sviluppo di azioni positive volte all’inclusione sociale e al superamento delle condizioni di marginalità, di sfruttamento e di violenza relative ai soggetti stranieri socialmente vulnerabili, quali in particolare le donne e i minori. Tutto ciò premesso il Consiglio comunale di San Gimignano 1. Esprime contrarietà ai provvedimenti in materia di sicurezza approvati in via definitiva dal Senato della Repubblica e pertanto legge dello Stato, ed esprime forte preoccupazione che tali provvedimenti favoriscano la diffusione di sentimenti di intolleranza nei cittadini italiani, portando i cittadini, anche nella propria città, ad auto organizzarsi in nome della sicurezza; 2. concorda con tutti quei soggetti che hanno denunciato i vizi di incostituzionalità e l’impostazione fortemente discriminatoria che mettono in discussione la persona umana, soggetti che vanno dalle organizzazioni umanitarie alle associazioni che operano con i migranti e nel terzo settore, dai giuristi costituzionalisti ad organizzazioni religiose, da intellettuali a liberi cittadini, in particolare con le associazione del territorio che stanno promuovendo varie iniziative a favore dell’integrazione contro ogni forma di discriminazione (ARCI – ACLI – CORTE DEI MIRACOLI – CGIL – CISL – UIL – CARITAS – ANPI – SERPEREGOLO ) e appoggia tutti gli appelli sottoscritti per chiedere il ritiro del pacchetto sicurezza; 3. si impegna come organo collegiale del Comune di San Gimignano a: - promuovere nella cittadinanza percorsi che sensibilizzino l’opinione pubblica rispetto a una norma che, oltre ad essere fortemente discriminatoria, è priva di fondamento giustificativo; - costruire un’ipotesi di progetto per favorire l’integrazione, che preveda momenti di informazione e formazione, a partire dalle scuola sul significato di convivenza civile ed educazione alla legalità, che vada nella direzione della conoscenza e del riconoscimento reciproci, attraverso occasione di confronto, socializzazione, coinvolgimento e partecipazione attiva e interventi di sostegno sociale, e non rinunci ad un’azione decisa nei confronti dell’illegalità e del favoreggiamento della clandestinità. - adoperarsi perché l’obiettivo dell’integrazione si realizzi con un’azione giornaliera che garantisca e imponga l’esercizio del diritto di cittadinanza da parte di tutte le cittadine e di tutti i cittadini che vivono ed operano nella nostra città; 5. impegna il Sindaco e la Giunta a: - non ricorrere alla facoltà di avvalersi, come previsto dalla norma, della collaborazione di associazioni di cittadini che, seppure non armati, possano configurarsi come vere e proprie “ronde”, nella convinzione che la sicurezza possa essere garantita, oltre che dal sistema di sicurezza istituzionale, anche operando affinché il buon livello di convivenza civile e sociale raggiunto possa essere accompagnato da quei percorsi per la promozione dell’integrazione con la presente mozione suggeriti; - garantire il diritto all'istruzione, attraverso la possibilità per tutti coloro che ne facciano richiesta, di poter frequentare le scuole dell'obbligo, di poter conseguire un diploma di maturità e di poter accedere a corsi di formazione lavoro; - promuovere il diritto alla salute e all’assistenza, come già fa la Regione Toscana con legge 29/2009 dove si legge all’art 6.35 “tutte le persone dimoranti nel territorio regionale, anche se prive del titolo di soggiorno, possono fruire degli interventi socio assistenziali urgenti ed indifferibili , necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali” ed all’articolo 6.36 “la Regione promuove e sostiene il diritto alla salute dei cittadini stranieri come diritto fondamentale della persona”; - prendere in considerazione singolarmente le problematiche inerenti alle questioni dell'alloggio e del lavoro che si genereranno verosimilmente dall'applicazione della legge 94/2009; - aderire alla manifestazione antirazzista che si terrà a Roma il 17 ottobre 2009, sia formalmente che, se possibile, con la partecipazione di una delegazione ufficiale e attraverso la promozione della manifestazione a tutti i cittadini del Comune, invitandoli alla partecipazione. Gruppo consiliare “Centrosinistra per San Gimignano” 24 settembre 2009
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA UNA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA SUL PACCHETTO SICUREZZA
In seguito all'approvazione da parte del Parlamento del cd "pacchetto sicurezza" il gruppo consiliare Centrosinistra per San Gimignano ha presentato una mozione in Consiuglio comunale passata col voto della maggioranza e di PRC, con l'astensione della Lista Civica e il voto contraio del PDL. Ecco il testo approvato: MOZIONE SUL PACCHETTO SICUREZZA. Preso atto che: - lo scorso 2 luglio il Senato della Repubblica Italiana ha dato il via libera al “Pacchetto Sicurezza” presentato dal Governo Berlusconi con il quale è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina (legge n. 94/2009); - la stessa legge prevede l’estensione fino ad un massimo di sei mesi, dai due precedenti, del tempo massimo di permanenza all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (così rinominati, ex Cpt); - le norme prevedono che tutti i pubblici ufficiali e tutti gli incaricati di pubblico servizio siano tenuti a denunciare un reato perseguibile, per cui anche quello di clandestinità; - con gli stessi provvedimenti si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione, visto che diventa obbligatorio il permesso di soggiorno, per qualsiasi atto che l’immigrato deve compiere, anche per quelli inerenti atti di stato civile; - nella legge in questione si introduce il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica, i figli generati dalle madri straniere irregolari rischiano di diventare per tutta la vita figli di nessuno; - nell’articolato si autorizzano di fatto le c.d. ronde, cioè la possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni (formate principalmente da ex appartenenti alle forze dell'ordine) di cittadini non armati in grado di segnalare casi di disagio sociale o che rechino pregiudizio alla sicurezza (c.d. ronde cittadine); valutato che: - il reato di clandestinità introdotto con tali norme contrasta fortemente con i principi di umanità, libertà e solidarietà e non fa distinzione alcuna tra i clandestini che hanno rapporti con la criminalità da coloro che, ancora non regolarizzati, lavorano e hanno casa nel nostro Paese; - come ha messo in rilievo l’appello dei giuristi del 30 giugno 2009, la clandestinità non può essere un reato. In quanto rendere una “condizione individuale”, quella di migrante, motivo di incriminazione, “assume un connotato discriminatorio” dal punto di vista giuridico, contrastante non solo con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, ma anche con “la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si può essere puniti solo per fatti materiali.” - diverse organizzazioni umanitarie hanno, nel corso degli anni, segnalato le condizioni inaccettabili dei CPT (oggi centri di identificazione e di espulsione) ed un’assoluta incapacità di garantire standard minimi di accoglienza; - la norma rischia di provocare la paralisi della giustizia senza rispondere effettivamente al bisogno di sicurezza delle cittadine e dei cittadini e senza promuovere quei processi di integrazione e di convivenza civile che sono alla base di ogni società moderna; - un’organizzazione come Amnesty International ha denunciato un crescente sentimento xenofobo in Italia, che rischia di accrescere a causa dei provvedimenti in questione; - la legge in oggetto, con il pretesto della sicurezza, contraddice palesemente le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea; - che le politiche in materia di sicurezza pagano tagli di risorse e di personale pesantissimi tali da rendere insufficiente un vero ed efficace controllo del territorio da parte delle forze di polizia, come denunciato più volte da tutti i sindacati della categoria; - la regione Toscana ha approvato la legge 29/2009 per realizzare l’accoglienza solidale delle cittadine e dei cittadini stranieri, secondo i principi del pluralismo delle culture, del reciproco rispetto e dell’integrazione partecipe, di cui all’articolo 4 dello Statuto regionale ed in conformità alla Costituzione ed alle norme internazionali; - la Regione Toscana detta norme ispirate ai principi di uguaglianza e pari opportunità per i cittadini stranieri che si trovano sul territorio regionale, favorendo la coesione sociale ed una vera cittadinanza sociale per gli immigrati regolari, con diritti e doveri per questi, senza privilegi ma con regole certe, e garantendo cure mediche per tutti ed accesso ai servizi in egual misura a italiani ed immigrati regolari che rispettano le regole e pagano le tasse; - che in particolare le politiche della Regione sono finalizzate ai seguenti obiettivi: a) la realizzazione del primato della persona indipendentemente dalla cittadinanza, attraverso il riconoscimento dei diritti inviolabili della persona; b) la realizzazione di una società plurale e coesa, tale da favorire la valorizzazione delle culture di origine e delle tradizioni dei cittadini stranieri e contestualmente il rafforzamento, attraverso un processo di interazione, della coesione sociale intorno ai principi e alle regole costituzionali, al fine di garantire il rispetto dei diritti di ciascuno e l’adempimento dei doveri individuali e collettivi; c) l’istituzione di un sistema regionale che favorisca modalità condivise e partecipate di governo del fenomeno migratorio, anche in relazione al sistema del “welfare” e dello sviluppo locale; d) la promozione della partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica e la valorizzazione dei rapporti interculturali come elementi fondamentali per la crescita della società e per la riduzione dei processi di isolamento e di chiusura comunicativa; e) il contrasto dei fenomeni di razzismo, xenofobia, discriminazione e lo sviluppo di azioni positive volte all’inclusione sociale e al superamento delle condizioni di marginalità, di sfruttamento e di violenza relative ai soggetti stranieri socialmente vulnerabili, quali in particolare le donne e i minori. Tutto ciò premesso il Consiglio comunale di San Gimignano 1. Esprime contrarietà ai provvedimenti in materia di sicurezza approvati in via definitiva dal Senato della Repubblica e pertanto legge dello Stato, ed esprime forte preoccupazione che tali provvedimenti favoriscano la diffusione di sentimenti di intolleranza nei cittadini italiani, portando i cittadini, anche nella propria città, ad auto organizzarsi in nome della sicurezza; 2. concorda con tutti quei soggetti che hanno denunciato i vizi di incostituzionalità e l’impostazione fortemente discriminatoria che mettono in discussione la persona umana, soggetti che vanno dalle organizzazioni umanitarie alle associazioni che operano con i migranti e nel terzo settore, dai giuristi costituzionalisti ad organizzazioni religiose, da intellettuali a liberi cittadini, in particolare con le associazione del territorio che stanno promuovendo varie iniziative a favore dell’integrazione contro ogni forma di discriminazione (ARCI – ACLI – CORTE DEI MIRACOLI – CGIL – CISL – UIL – CARITAS – ANPI – SERPEREGOLO ) e appoggia tutti gli appelli sottoscritti per chiedere il ritiro del pacchetto sicurezza; 3. si impegna come organo collegiale del Comune di San Gimignano a: - promuovere nella cittadinanza percorsi che sensibilizzino l’opinione pubblica rispetto a una norma che, oltre ad essere fortemente discriminatoria, è priva di fondamento giustificativo; - costruire un’ipotesi di progetto per favorire l’integrazione, che preveda momenti di informazione e formazione, a partire dalle scuola sul significato di convivenza civile ed educazione alla legalità, che vada nella direzione della conoscenza e del riconoscimento reciproci, attraverso occasione di confronto, socializzazione, coinvolgimento e partecipazione attiva e interventi di sostegno sociale, e non rinunci ad un’azione decisa nei confronti dell’illegalità e del favoreggiamento della clandestinità. - adoperarsi perché l’obiettivo dell’integrazione si realizzi con un’azione giornaliera che garantisca e imponga l’esercizio del diritto di cittadinanza da parte di tutte le cittadine e di tutti i cittadini che vivono ed operano nella nostra città; 5. impegna il Sindaco e la Giunta a: - non ricorrere alla facoltà di avvalersi, come previsto dalla norma, della collaborazione di associazioni di cittadini che, seppure non armati, possano configurarsi come vere e proprie “ronde”, nella convinzione che la sicurezza possa essere garantita, oltre che dal sistema di sicurezza istituzionale, anche operando affinché il buon livello di convivenza civile e sociale raggiunto possa essere accompagnato da quei percorsi per la promozione dell’integrazione con la presente mozione suggeriti; - garantire il diritto all'istruzione, attraverso la possibilità per tutti coloro che ne facciano richiesta, di poter frequentare le scuole dell'obbligo, di poter conseguire un diploma di maturità e di poter accedere a corsi di formazione lavoro; - promuovere il diritto alla salute e all’assistenza, come già fa la Regione Toscana con legge 29/2009 dove si legge all’art 6.35 “tutte le persone dimoranti nel territorio regionale, anche se prive del titolo di soggiorno, possono fruire degli interventi socio assistenziali urgenti ed indifferibili , necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali” ed all’articolo 6.36 “la Regione promuove e sostiene il diritto alla salute dei cittadini stranieri come diritto fondamentale della persona”; - prendere in considerazione singolarmente le problematiche inerenti alle questioni dell'alloggio e del lavoro che si genereranno verosimilmente dall'applicazione della legge 94/2009; - aderire alla manifestazione antirazzista che si terrà a Roma il 17 ottobre 2009, sia formalmente che, se possibile, con la partecipazione di una delegazione ufficiale e attraverso la promozione della manifestazione a tutti i cittadini del Comune, invitandoli alla partecipazione. Gruppo consiliare “Centrosinistra per San Gimignano” 24 settembre 2009
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