07-04-2008
LA DEMOCRAZIA DEI FUCILI DELLA LEGA! ANCHE QUESTO E' UN FILM GIA' VISTO..
Veltroni: parole degne di un'Italia da Medioevo Un’Italia da Medioevo. E’ questa quella che la Lega Nord ha fatto viaggiare all’estero in occasione del “giuramento di Pontida”. Non usa mezze parole Walter Veltroni per condannare la tragica rappresentazione che il partito guidato da Umberto Bossi sta dando di sé, del nord Italia e del Paese intero. Da Bari il segretario del PD ripercorre proprio il “rito” – se così lo vogliamo chiamare – di Pontida, del giuramento dei candidati della Lega, con “le armature e le maglie di ferro”. Scene degne di un film scadente, di un libro scritto male, di uno strano fumetto. “Ma quale idea si saranno fatti all’estero – ha detto Veltroni davanti ad una platea di circa 15mila persone – vedendo quelle immagini? Negli altri paesi i partiti si occupano di scuola, tecnologia, di economia, non del Medioevo”. Una Lega tornata improvvisamente secessionista, razzista, estremista. Curioso, per usare un eufemismo, che questo “ritorno al passato” coincida proprio con un momento della storia in cui il partito nordista si allea con quello sudista del Movimento per le Autonomie. “Hanno ricominciato gli attacchi al sud – ha fatto notare il leader del PD – ma si sono dimenticati che sono alleati con la Lega Sud”. Il che, inevitabilmente rivela il carattere ipocrita e ambiguo non solo dell’alleanza tra il Pdl e le due leghe, ma anche dello stesso Carroccio, il cui adagio è “Roma canaglia, ma che funziona solo la domenica e il lunedì. Poi il martedì – ha detto Veltroni – li vedi tutti a cena nei ristoranti di Roma. Ma ora è il tempo di dire basta con questa saga durata troppo tempo”. Cene che il candidato premier del PD giudica “inadatte” ad un paese che vuole recuperare spazio e credibilità all'estero. Un atteggiamento quello della Lega Nord che passa dalla tragicomica rappresentazione del “medioevo padano” a una irresponsabile quanto inaccettabile minaccia alla sacralità delle istituzioni dello stato. Oggi Umberto Bossi ha ancora una volta invocato una improbabile chiamata alle armi in caso in cui non venga risolta quella che da destra è considerata una vera emergenza nazionale: la presunta ambiguità delle schede elettorali. “Se non le cambiano – ha detto oggi Bossi – imbracceremo i fucili”. Netta la condanna di Veltroni: “Voglio sapere da chi si candida a governare il Paese se una persona che dice queste parole può essere il ministro delle Riforme. Ma dove viviamo? Dove siamo? Si parla di imbracciare i fucili. Con queste parole il Paese non reggerà, la destra è solo capace di seminare odio e paura”. Odio e paura. Sono questi gli unici stati d’animo che la politica è stata in grado di trasmettere negli ultimi 15 anni. Una tendenza che il PD si propone di invertire, ma che, evidentemente, qualcun altro ha tutto l’interesse a procrastinare per tanto altro tempo. “Da quindici anni – ha sottolineato Veltroni – ci ripropongono sempre le stesse scene e gli stessi personaggi, fa tutto parte di un paese che ha fatto il suo tempo e che dobbiamo superare. E poi è chiaro che se lì ci sono quelli con l'armatura ci possono stare anche i Ciarrapico che invocano scomuniche. Questa è la loro Italia del 2008. Ma di che cosa parlano!”.

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