28-08-2009
BERSANI ALLA FESTA PD: LA POLITICA E' GUARDARE LA GENTE NEGLI OCCHI
Bersani alla festa nazionale PD. GUARDA IL VIDEO. “Non posso fare il segretario del Pd se non posso usare questa parola, sinistra”.E’ il momento nel quale Pierluigi ottiene dalla festa del partito a Genova due minuti di applausi. E interrompe il ragionamento, per spiegarsi meglio: “Sinistra non è una parola esclusiva. Sinistra è una parola che allude all’uguale libertà e dignità di tutti gli esseri umani. Non vedo un partito progressista che possa rinunciare a questa parola. Poi, Bersani aggiunge due aggettivi, che secondo lui ben si addicono al Pd. “Democratico: ci vuole in Italia una sinistra che raccolga i grandi temi del civismo, perché - spiega - serve nel Paese una riscossa civica. Per me sinistra democratica è questo. E poi liberale, perché `liberalizzazione´ è contrario di liberismo”. Tiene all’identità. “Abbiamo lasciato troppo correre l’idea dell’eclettismo. Un partito se vuole aggregare deve avere un’identità, un centro aggregatore. Un partito popolare, non classista, non elitario, non giacobino, che sta dove sta il popolo, che parla al lavoro, al lavoro, ai cittadini”. E quando il conduttore gli chiede di spiegare le differenze in base alle quali si candida precisa: “Voglio bene a Franceschini -ma quando ha detto di essere il Pd in quanto è il segretario e che sono Bersani e Marino che devono spiegare in cosa sono diversi non mi è piaciuto molto. Se in un anno abbiamo perso 4 milioni di voti il problema sarà un po’ tutti. Ciascuno di noi deve dire con precisione cosa pensa che non sia andato e cosa c’è da correggere nel percorso del Pd». Ecco la carta d’identità del Partito Democratico di Pierluigi Bersani. L’intervista era partita dalle previsioni sull’autunno degli italiani: “Siamo ancora scoperti sui redditi medio bassi e di chi perde il lavoro. Abbiamo un sacco di imprese che avrebbero il mercato, ma forse non hanno il fiato per camminare. C’è poi l’autunno che abbiamo davanti: questa cose delle badanti e del reato di clandestinità, seguita dalla sanatoria per le badanti, farà sì che a settembre avremo un mercato ristretto e molto costoso di badanti regolarizzate e migliaia di famiglie che non sapranno dove sbattere la testa per una badante. Non riusciranno ad avere una badante regolare e non potranno mettersi in casa una badante ‘criminale’”. Sulle gabbie salariali non si limita al no:”La contrattazione a livello locale non basta per garantire omogeneità nel potere d'acquisto dei salari, serve un'operazione fiscale per garantire i redditi medio bassi. Infine servono misure per abbattere la precarizzazione e norme per tutelare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”. Poi era passata all’immigrazione, alle affermazioni di Franco Frattini contro malta e la UE: “Ma Frattini era Commissario UE con delega all’immigrazione!! E ogni volta che si vuol dare più potere all’Europa sono tutti contro, eppure questa Commissione se la sono votata loro. L’immigrazione, va regolata e a noi del PD spetta far sì che non sia a carico dei più deboli. Si può anche discutere poi, ma se un essere umano è in mare prima lo porti a casa lo tiri su. Su questo nessuno può attaccare il Vaticano come fa la Lega, ci sono tantissimi immigrati in fila davanti agli sportelli della Caritas, non ne vedo chiedere aiuto alla lega. Il candidato alla segreteria è intervenuto anche sui temi etici, augurandosi che le Camere discutano e approvino il testo sull’omofobia presentato dalla deputata PD Paola Concia. ''Io spero che tra le nostre idee ce ne sia una semplice e chiara: su come devo morire io, non possono deciderlo i senatori Gasparri e Quagliariello. Questo e' il luogo di una decisione umana che non può essere appaltata alla tecnica, dovunque possa arrivare. Sono anche diffidente verso l'idea di andare tutti dal notaio. Attenzione al rischio di essere schiavi della tecnica, e' l'uomo al primo posto. Mi affiderei molto alla coscienza del medico, al paziente e al suo mondo vitale, di affetti, non a quello della tecnica". Detto questo la Chiesa può e deve partecipare alla discussione pubblica ma deve chiarire il grado di autonomia del politico cattolico. Un parlamentare non può tenere conto soltanto della sua coscienza. Un partito si dà regole perché la sua posizione sia una. I casi di coscienza è giusto esistano ma devono essere elencati attraverso un organismo statutario”. E sugli applausi al presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto ieri sul palco della festa, Bersani spiega: “Gli applausi devono farci dire che dobbiamo essere più orgogliosi delle nostre idee e dei nostri valori. Stiamo applaudendo Fini, ma quando qualcuno viene a riconoscere le nostre idee, in primo luogo applaudiamo non l’uomo, ma le idee”. "Al congresso dovremo discutere e capire chi siamo: noi siamo un grande partito popolare, e ci rivolgiamo agli interessi dei ceti popolari. Questa è la nostra vocazione. Non siamo classisti, giacobini, elitari. Saremo liberali perché pensiamo che il mercato debba essere regolato, perché alcuni servizi come la sanità e l’istruzione devono essere pubblici. E non ci serve un vino annacquato, le forza si ha dalla motivazione morale, è energia. E ai giovani voglio dare un’idea di senso, sulle bandiere che si portano perché le radici che scegli sono il tuo orizzonte e non posso dire ai giovani che il PD nasce da DS e Margherita tra 10 anni, cosa capiranno? Né che veniamo da Moro e Berlinguer, a me commuovono, mi fanno piangere, ma a loro cosa diranno? Niente. Serve un’orizzonte più largo e radici più antiche”. E a proposito di radici, pensano al 2011 ai 150 anni dell’Unità d’Italia è lapidario: “L’unità d’Italia è da ricostruire più che da difendere”. Così Pierluigi Bersani nel corso del suo intervento alla festa nazionale del Pd, a Genova. Alcuni chiarimenti anche sulla Rai. La mancata trasmissione del trailer di “Videocracy”? “Dicono che non lo trasmettono perché è contro Berlusconi e non c'è par condicio. Mi vien da ridere: è come se prima di trasmettere ‘Ombre Rosse’ chiedessero agli indiani cosa ne pensano...”. Mentre sulle nomine: “Smentisco anche a nome di Franceschini e Marino che la cosa sia collegata al congresso. Non mi piace una libertà divisa a fette. Noi dobbiamo volere una comunicazione dove ci siano giornalisti con la schiena dritta su Rai 1, Rai 2 e Rai 3 e che facciano della buona comunicazione. E se non hanno la schiena dritta non è colpa dei giornalisti, ci siamo capiti...”. Chiude tornando a parlare del PD che immagina sotto la sua guida. “C’è troppo silenzio, il PD oggi tocca a me farlo da combattimento, le lenzuolate le facciamo dal basso”. E cita Barack Obama che “fa i comizi, Obama usa internet come nessun altro per il back office, per mandare gli attivisti a bussare nel porta a porta, Obama una volta c’ha la cravatta e una volta no. E Obama quando parla parte da 100 anni prima. Noi non vorremo mica un partito sradicato no? Nella discussione si trova la solidarietà. Se invece pensiamo di trovarla in un meccanismo fatto di giornali e comunicazioni in cui si parla di giovani, vecchi, di chi merita e di chi no, si creano inimicizie. Ma se io discuto per tre ore su come risolvere il problema dell’immigrazione, alla fine siamo più amici di prima”. E torna sul merito, come aveva fatto Franceschini. “Nel Pd non si farà carriera per cooptazione, ma per merito, scarpinando sul territorio, perché la sostanza della politica è guardare la gente all’altezza degli occhi”. GUARDA IL VODEO

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