26-08-2009
FESTA NAZIONALE PD: "ZERO TASSE SUI CONTRATTI"
Alla Festa Democratica, Enrico Letta con ospiti come il segretario Cisl Raffaele Bonanni, parla di crisi, con la “c” maiuscola. Quella che riduce all’osso il potere d’acquisto degli italiani, quella che soffoca le piccole e medie imprese, ma anche e soprattutto quella che Berlusconi e i suoi continuano a negare. È lo stesso Letta a denunciare “un livello di tutela inferiore a quello che caratterizza gli altri paesi industrializzati”. Quando si parla di crisi, infatti, non si può prescindere da un dato: il governo italiano è stato l’unico a contrastare la crisi con una manovra inferiore, e non di poco, all’ 1% del Pil: le misure anticrisi messe in campo da Tremonti raggiungono appena lo 0,2%. Il ministro dell’Economia si era ai tempi giustificato con l’immancabile tormentone: “non ci sono soldi”. Peccato che la solita solfa strida in maniera visibile con le scelte del governo in materia di evasione fiscale. Il responsabile Welfare oppone alla politica della “pacca sulla spalla” dell’evasore, “misure concrete necessarie a sconfiggere la crisi”. “Servono più tasse sulle rendite finanziarie per investire su industria e lavoro” spiega Letta e appoggia “la proposta della di Bonanni e della Cisl di detassare completamente la parte di salario derivante dalla contrattazione territoriale e aziendale”. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi “fa ammuina per far dimenticare le sparate di Bossi sulle gabbie salariali, invece ci sono 1000 rivoli decentrati, ecco perché serve la proposta di Bersani per il credito d’imposta automatico”. Ma non è tutto, Letta ricorda che ciò che permise al centrosinistra di andare al governo nel 2006 fu “la chiara intenzione di combattere l’evasione fiscale”. Una scelta coraggiosa, da difendere, “che ci ha permesso di aiutare tanti lavoratori”. Adesso serve un passo ulteriore, “la tracciabilità dei pagamenti”. Un modo “per recuperare quei 100 miliardi che ogni anno l’evasione toglie alla scuola, alla ricerca, al futuro”. D’accordo anche Bonanni che vede nella tracciabilità “l’unica misura possibile per sconfiggere l’evasione”, in modo da avere più soldi e “tagliare le tasse sui salari e le pensioni”. Se non si farà così, ironizza il segretario Cisl “altro che sesta potenza economica! Saremo solo l’ultima ruota del carro”. Poi richiama tutte le forze politiche e sociali: “Da una situazione come quella della crisi economica o si esce con la cooperazione o non si esce”. E Letta rincara: “Non possiamo perdere un occasione come questa. Grazie a questa crisi abbiamo la possibilità di dare all’Italia le riforme che non ha mai avuto”. “Possiamo creare una rete solida di ammortizzatori sociali, per fare in modo che non si verifichino ancora situazioni come quelle denunciate stasera” auspica l’esponente PD guardando Antonio Narcisi, un cassintegrato costretto dalla crisi a reinventarsi come assistente in una casa di accoglienza per anziani, e Raffaele Gentile, titolare di una società in attivo ma a cui nessuna banca ha voluto far credito.
FESTA NAZIONALE PD: "ZERO TASSE SUI CONTRATTI"
Alla Festa Democratica, Enrico Letta con ospiti come il segretario Cisl Raffaele Bonanni, parla di crisi, con la “c” maiuscola. Quella che riduce all’osso il potere d’acquisto degli italiani, quella che soffoca le piccole e medie imprese, ma anche e soprattutto quella che Berlusconi e i suoi continuano a negare. È lo stesso Letta a denunciare “un livello di tutela inferiore a quello che caratterizza gli altri paesi industrializzati”. Quando si parla di crisi, infatti, non si può prescindere da un dato: il governo italiano è stato l’unico a contrastare la crisi con una manovra inferiore, e non di poco, all’ 1% del Pil: le misure anticrisi messe in campo da Tremonti raggiungono appena lo 0,2%. Il ministro dell’Economia si era ai tempi giustificato con l’immancabile tormentone: “non ci sono soldi”. Peccato che la solita solfa strida in maniera visibile con le scelte del governo in materia di evasione fiscale. Il responsabile Welfare oppone alla politica della “pacca sulla spalla” dell’evasore, “misure concrete necessarie a sconfiggere la crisi”. “Servono più tasse sulle rendite finanziarie per investire su industria e lavoro” spiega Letta e appoggia “la proposta della di Bonanni e della Cisl di detassare completamente la parte di salario derivante dalla contrattazione territoriale e aziendale”. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi “fa ammuina per far dimenticare le sparate di Bossi sulle gabbie salariali, invece ci sono 1000 rivoli decentrati, ecco perché serve la proposta di Bersani per il credito d’imposta automatico”. Ma non è tutto, Letta ricorda che ciò che permise al centrosinistra di andare al governo nel 2006 fu “la chiara intenzione di combattere l’evasione fiscale”. Una scelta coraggiosa, da difendere, “che ci ha permesso di aiutare tanti lavoratori”. Adesso serve un passo ulteriore, “la tracciabilità dei pagamenti”. Un modo “per recuperare quei 100 miliardi che ogni anno l’evasione toglie alla scuola, alla ricerca, al futuro”. D’accordo anche Bonanni che vede nella tracciabilità “l’unica misura possibile per sconfiggere l’evasione”, in modo da avere più soldi e “tagliare le tasse sui salari e le pensioni”. Se non si farà così, ironizza il segretario Cisl “altro che sesta potenza economica! Saremo solo l’ultima ruota del carro”. Poi richiama tutte le forze politiche e sociali: “Da una situazione come quella della crisi economica o si esce con la cooperazione o non si esce”. E Letta rincara: “Non possiamo perdere un occasione come questa. Grazie a questa crisi abbiamo la possibilità di dare all’Italia le riforme che non ha mai avuto”. “Possiamo creare una rete solida di ammortizzatori sociali, per fare in modo che non si verifichino ancora situazioni come quelle denunciate stasera” auspica l’esponente PD guardando Antonio Narcisi, un cassintegrato costretto dalla crisi a reinventarsi come assistente in una casa di accoglienza per anziani, e Raffaele Gentile, titolare di una società in attivo ma a cui nessuna banca ha voluto far credito.
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