27-07-2009
NUONA LEGGE TOSCANA SULL'AGRITURISMO CHE PUNTA SU PRODOTTI LOCALI E FILIERA CORTA
La nuova legge sull’agriturismo dovrà rispecchiare in pieno il territorio, attraverso l’attività agricola, i prodotti tipici da vendere o da degustare sul posto e attraverso i servizi offerti. Ma soprattutto elevare in qualità l’offerta toscana. Va bene secondo la Cia Toscana la proposta di modifica della legge regionale sull’agriturismo, che, in primo luogo, si pone la valorizzazione ed il rafforzamento della principalità agricola. Le correzioni proposte- A questo proposito la Cia propone delle correzioni che demarchino ancora meglio il confine fra azienda agricola e attività rurale generica. Un capitolo importante è quello legato alla ristorazione: è opportuno – dice la Cia regionale - incentivare le attività di degustazione, quelle legate all’enogastronomia, i piccoli ristori agrituristici. Sulla ristorazione è auspicabile fare differenza tra attività già autorizzate e nuove, tra attività di ospitalità e non, anche sulla base delle produzioni aziendali, rafforzando il legame con il territorio e cultura enogastronomica locale. Molto importante anche la valorizzare delle produzioni aziendali, in primis per la vendita diretta. “Nel complesso - sottolinea il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci – apprezziamo la proposta di modifica della legge regionale formulata dalla Regione Toscana. Le ipotesi di semplificazione delle norme e delle procedure, l’introduzione della Dia, il rafforzamento delle attività agricole valorizzando la principalità (delle attività), e il superamento di alcune limitazioni sono valutate positivamente”. Classificazione e promozione - Per la Cia Toscana, emergono però alcuni aspetti da approfondire in fase di stesura della nuova legge: “Innanzi tutto – spiega Pascucci – è prioritario che venga definita una classificazione nazionale omogenea;� e che venga fatta una promozione più efficace del settore. Inoltre – aggiunge – che si tuteli l’uso del termine agriturismo, riservandolo solo a chi ne ha realmente le caratteristiche, e non come oggi a tutti gli operatori in ambito rurale”. Per la Cia regionale è poi necessario favorire tutte le iniziative per il rafforzamento delle attività agricole e per la coltivazione “produttiva” dei terreni; rafforzare le incentivazioni e le specificità per le attività svolte nelle aree montane, svantaggiate, a minor flusso turistico. “Bisogna fare molta attenzione – prosegue il presidente Cia - alla parte urbanistica, utilizzando al meglio gli immobili disponibili, e rendere compatibile lo svolgimento delle attività anche attraverso specifiche deroghe”. Fra gli altri punti da definire nella modifica della legge regionale sull’agriturismo la Cia Toscana propone di: tutelare le piccole attività, sostenibilità delle norme igienico sanitarie, agevolare le attività di macellazione aziendale per piccoli capi legati alla ristorazione e vendita diretta, dove l’agriturismo rappresenta un ottimo volano per la filiera corta. Valorizzare e promuovere le fattorie didattiche e sociali e infine viene sollecitato il rafforzamento dei controlli: più omogeneità sul territorio e maggiore conoscenze – professionalità dei controllori, definizione di procedure che prevedano tempi e modalità, incentivino le prescrizioni, l’applicazione graduale e modulare delle sanzioni.

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