12-02-2009
VELTRONI SCRIVE AD EPIFANI PER LO SCIOPERO DELLA CGIL DI VENERDI 13 FEBBRAIO
Il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha inviato al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, una lettera in vista degli scioperi dei metalmeccanici e dei dipendenti pubblici indetti dalla Confederazione. Ecco il testo del messaggio: “Caro Guglielmo, stiamo vivendo un momento eccezionale che richiede unità di intenti e piena consapevolezza della gravità della situazione. È la peggiore crisi economica dal dopoguerra quella che stiamo vivendo e ad essa deve corrispondere una risposta all’altezza. È vero che il nostro sistema bancario è solido e che il risparmio accumulato dalle famiglie negli anni ci evita un’ulteriore fonte di debolezza. Ma questo non sta fermando la caduta del Pil, la brusca frenata della produzione industriale, il crollo di quella dell’industria automobilistica e degli altri settori, la riduzione sempre più accentuata dei consumi delle famiglie. Viviamo un periodo di grande incertezza e difficoltà così come accade in tutti gli altri paesi. Ma da noi continuano a mancare pressoché del tutto gli interventi per contrastare gli effetti della recessione, un piano organico di sostegno all’economia e alle imprese, alle migliaia di persone che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, a partire dai precari, alle famiglie che fanno sacrifici per necessità o per prudenza. Sono davvero non più rimandabili le misure per estendere gli ammortizzatori sociali a chiunque perde il proprio posto di lavoro, per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, per far partire con rapidità cantieri immediatamente attivabili da parte di comuni e province. Ma a questa necessità sempre più stringente non corrispondono atti concreti e adeguati da parte del governo. Per questo siamo vicini ai quei lavoratori – e ne comprendiamo le ragioni – che decideranno venerdì di rinunciare, pur in un periodo così difficile, a una giornata di salario o di stipendio per chiedere con forza con il loro sciopero che si cambi rotta, che si arrivi ad una vera azione di sostegno dell’economia, che si rimettano al centro le preoccupazioni e la condizione di chi non sa se potrà conservare il proprio posto di lavoro e se riuscirà a mantenere la propria famiglia. E siamo d’accordo, di fronte ai ritardi del governo, che è necessario – come avviene negli altri paesi – esprimere questa domanda di cambiamento con la mobilitazione e la lotta, se è possibile di tutte le forze produttive. Una crisi come questa esige responsabilità, massimo coinvolgimento e unità di tutte le forze sociali. Ora come mai nel nostro paese ci sarebbe bisogno di tornare a unire le forze – quelle che si è voluto dividere – di mettere insieme tutte le parti sindacali e le associazioni delle imprese e di categoria per affrontare quelli che si annunciano come i mesi più duri della crisi. Lo abbiamo già fatto una volta, il nostro paese è uscito da una crisi gravissima come quella del ‘92 con questo spirito, mettendo l’uno accanto all’altro a collaborare per uscirne insieme dandosi delle regole condivise da tutti. È solo cercando e costruendo l’unità tra le tutte le forze sociali e mettendo subito in atto una serie di azioni consistenti a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie che si potrà evitare al paese un periodo di drammatiche difficoltà”. Walter Veltroni
VELTRONI SCRIVE AD EPIFANI PER LO SCIOPERO DELLA CGIL DI VENERDI 13 FEBBRAIO
Il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha inviato al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, una lettera in vista degli scioperi dei metalmeccanici e dei dipendenti pubblici indetti dalla Confederazione. Ecco il testo del messaggio: “Caro Guglielmo, stiamo vivendo un momento eccezionale che richiede unità di intenti e piena consapevolezza della gravità della situazione. È la peggiore crisi economica dal dopoguerra quella che stiamo vivendo e ad essa deve corrispondere una risposta all’altezza. È vero che il nostro sistema bancario è solido e che il risparmio accumulato dalle famiglie negli anni ci evita un’ulteriore fonte di debolezza. Ma questo non sta fermando la caduta del Pil, la brusca frenata della produzione industriale, il crollo di quella dell’industria automobilistica e degli altri settori, la riduzione sempre più accentuata dei consumi delle famiglie. Viviamo un periodo di grande incertezza e difficoltà così come accade in tutti gli altri paesi. Ma da noi continuano a mancare pressoché del tutto gli interventi per contrastare gli effetti della recessione, un piano organico di sostegno all’economia e alle imprese, alle migliaia di persone che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, a partire dai precari, alle famiglie che fanno sacrifici per necessità o per prudenza. Sono davvero non più rimandabili le misure per estendere gli ammortizzatori sociali a chiunque perde il proprio posto di lavoro, per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, per far partire con rapidità cantieri immediatamente attivabili da parte di comuni e province. Ma a questa necessità sempre più stringente non corrispondono atti concreti e adeguati da parte del governo. Per questo siamo vicini ai quei lavoratori – e ne comprendiamo le ragioni – che decideranno venerdì di rinunciare, pur in un periodo così difficile, a una giornata di salario o di stipendio per chiedere con forza con il loro sciopero che si cambi rotta, che si arrivi ad una vera azione di sostegno dell’economia, che si rimettano al centro le preoccupazioni e la condizione di chi non sa se potrà conservare il proprio posto di lavoro e se riuscirà a mantenere la propria famiglia. E siamo d’accordo, di fronte ai ritardi del governo, che è necessario – come avviene negli altri paesi – esprimere questa domanda di cambiamento con la mobilitazione e la lotta, se è possibile di tutte le forze produttive. Una crisi come questa esige responsabilità, massimo coinvolgimento e unità di tutte le forze sociali. Ora come mai nel nostro paese ci sarebbe bisogno di tornare a unire le forze – quelle che si è voluto dividere – di mettere insieme tutte le parti sindacali e le associazioni delle imprese e di categoria per affrontare quelli che si annunciano come i mesi più duri della crisi. Lo abbiamo già fatto una volta, il nostro paese è uscito da una crisi gravissima come quella del ‘92 con questo spirito, mettendo l’uno accanto all’altro a collaborare per uscirne insieme dandosi delle regole condivise da tutti. È solo cercando e costruendo l’unità tra le tutte le forze sociali e mettendo subito in atto una serie di azioni consistenti a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie che si potrà evitare al paese un periodo di drammatiche difficoltà”. Walter Veltroni
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