17-12-2008
CLASS ACTION RINVIATA ANCORA DAL GOVERNO
Class action, nessuna tutela per i rispariatori colpiti dai crack. il Milleproroghe rimanda ancora l'entrata in vigore della norma Ennesima occasione persa per il governo. Slitta infatti di altri sei mesi l’entrata in vigore della class action, l’azione collettiva risarcitoria per i consumatori. Sarebbe dovuta diventare operativa dal primo gennaio 2009, a così non sarà. Nella riunione del Consiglio dei ministri, avvenuta in mattinata, è stato infatti deciso di prorogare ulteriormente l’entrata di questo fondamentale strumento di tutela dei consumatori, reso celebre negli USA dalla nota vicenda di Erin Brockovic e fortemente voluto dal governo Prodi. Prevista infatti nell’ultima finanziaria della scorsa legislatura, la class action subì un brusco arresto con l’avvento del quarto governo Berlusconi, che ne prorogò l’entrata in vigore di un anno. Oggi, tale termine è stato ulteriormente posticipato, e portato a 18 mesi, cioè al 30 giugno 2009. E’ quanto contenuto nel decreto mille proroghe, approvato oggi dal CdM. Secondo Vinicio Peluffo, deputato del Pd "l'ulteriore rinvio della class action e' l'ennesimo danno che questo governo fa ai cittadini e alle imprese italiane. La class action, infatti - continua - garantisce sia i consumatori che le imprese sane, che sono la stragrande maggioranza. In un momento di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo, colpire i consumatori e i loro diritti significa colpire il mercato. Invece di pensare a come aiutare davvero le famiglie in difficolta', i precari in scadenza di contratto, i lavoratori che rischiano la cassa integrazione e le imprese in difficolta', il governo da' l'ennesima botta ad un'economia in crisi. "Non solo- prosegue - La scelta di oggi dimostra l'incapacita' di governare di questa maggioranza. E' evidente che non vogliono questa norma, ma non hanno ne' il coraggio ne' la capacita' di cambiarla". Oltre alla proroga, il CdM ha approvato un emendamento che verrà verosimilmente inserito alla ripresa dei lavori a gennaio nel ddl sviluppo all’esame del Senato e che riduce ulteriormente i margini di operatività della class action. Secondo quanto contenuto nel testo dell’emendamento viene prevista la retroattività dell’azione collettiva risarcitoria ma solo per gli illeciti avvenuti a partire dal primo luglio 2008. Dunque rimangono senza possibilità di ricorrere a questo strumento tutti i risparmiatori colpiti dalle vicende legate al crack Cirio, al crack Parmalat e alla truffa dei bond argentini. Viene eliminata, inoltre, l'esclusiva alle associazioni dei consumatori nel promuovere l'azione e si concede maggiore potere di filtro ai giudici sull'ammissibilità. L’ulteriore slittamento ha provocato la reazione delle associazioni dei consumatori. "Vergogna! Siamo indignati!", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti di Ausbef e Fedrconsumatori. Questa legge, approvata durante la precedente legislatura, è stata prima rimandata dal governo Berlusconi, con l'obiettivo di migliorarla; oggi, dopo aver peggiorato la legge eliminando la retroattività, viene ulteriormente rinviata di altri 6 mesi”. Sempre secondo Trefiletti e Lannutti a “subire l’atteggiamento del governo sono i cittadini, direttamente danneggiati dalle truffe e tutte le imprese che, nel mercato, operano nel pieno rispetto delle regole. Il nuovo rinvio dell`entrata in vigore della class action è il segno di un Paese in profonda crisi che intende restare in serie B". Sul tema è intervenuto l’on. Andrea Lulli, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive alla Camera. "L'ennesimo rinvio della class action è una presa in giro dei cittadini che il governo porta avanti senza vergogna" ha dichiarato l’esponente Pd, che prosegue:"Il governo è responsabile del boicottaggio di una legge innovativa e moderna, varata dal governo Prodi, che avrebbe fatto fare un passo in avanti al nostro Paese, avvicinando la qualità dei servizi per i cittadini agli standard europei. Ormai è chiaro a tutti che alla destra non interessa niente se i consumatori hanno servizi scadenti e i responsabili di ciò restino impuniti e non vengano chiamati a rendere conto del proprio operato; fra questi ci sono anche i beneficiari delle concessioni pubbliche. L'azione collettiva sarebbe stata anche un segnale importante per una maggiore legalità economica". Della stessa linea è Carlo Pileri, presidente dell`Adoc. ”Dal governo ci era stato assicurato che il rinvio dell`entrata in vigore al primo gennaio era da attribuire alla volontà del governo di estendere la norma anche alla pubblica amministrazione. Ora sembra invece che si voglia stravolgere tale normativa, esautorando le associazioni dei consumatori dall`essere promotrici privilegiate dell`azione collettiva; eliminando la retroattività, così da evitare che gli ultimi grandi scandali nei confronti dei risparmiatori e consumatori, come Cirio e Parmalat, possano essere oggetto di giudizio; eliminando la promessa estensione dell`azione di classe alla P.a. e alle concessionarie di servizi pubblici”. Di fatto il governo depotenzia la norma introdotta già nel 2008. L’asse governo – Confindustria si salda dunque anche su questo punto, dopo il braccio di ferro nel Consiglio europeo sulla riduzione delle emissioni voluta dal presidente di turno dell’UE Sarkozy. Il presidente degli industriali Emma Marcegaglia aveva infatti a più riprese chiesto nel corso dell’anno al governo di rinviare l'entrata in vigore della legge, muovendosi nel solco già tracciato dal suo predecessore, Luca Cordero di Montezemolo, che aveva giudicato la legge come “un atto ostile nei confronti delle aziende”. Montezemolo a suo tempo parlò di un provvedimento “sbagliato, rozzo, che creerà grandissimi, ulteriori problemi alle imprese e ai lavoratori”. Secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti “il Governo e la Confindustria vogliono rendere impossibile l'azione di risarcimento per i danni subiti dai cittadini nelle truffe Cirio, Parmalat e vogliono rimandare il più possibile l'attuazione della legge stessa".
CLASS ACTION RINVIATA ANCORA DAL GOVERNO
Class action, nessuna tutela per i rispariatori colpiti dai crack. il Milleproroghe rimanda ancora l'entrata in vigore della norma Ennesima occasione persa per il governo. Slitta infatti di altri sei mesi l’entrata in vigore della class action, l’azione collettiva risarcitoria per i consumatori. Sarebbe dovuta diventare operativa dal primo gennaio 2009, a così non sarà. Nella riunione del Consiglio dei ministri, avvenuta in mattinata, è stato infatti deciso di prorogare ulteriormente l’entrata di questo fondamentale strumento di tutela dei consumatori, reso celebre negli USA dalla nota vicenda di Erin Brockovic e fortemente voluto dal governo Prodi. Prevista infatti nell’ultima finanziaria della scorsa legislatura, la class action subì un brusco arresto con l’avvento del quarto governo Berlusconi, che ne prorogò l’entrata in vigore di un anno. Oggi, tale termine è stato ulteriormente posticipato, e portato a 18 mesi, cioè al 30 giugno 2009. E’ quanto contenuto nel decreto mille proroghe, approvato oggi dal CdM. Secondo Vinicio Peluffo, deputato del Pd "l'ulteriore rinvio della class action e' l'ennesimo danno che questo governo fa ai cittadini e alle imprese italiane. La class action, infatti - continua - garantisce sia i consumatori che le imprese sane, che sono la stragrande maggioranza. In un momento di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo, colpire i consumatori e i loro diritti significa colpire il mercato. Invece di pensare a come aiutare davvero le famiglie in difficolta', i precari in scadenza di contratto, i lavoratori che rischiano la cassa integrazione e le imprese in difficolta', il governo da' l'ennesima botta ad un'economia in crisi. "Non solo- prosegue - La scelta di oggi dimostra l'incapacita' di governare di questa maggioranza. E' evidente che non vogliono questa norma, ma non hanno ne' il coraggio ne' la capacita' di cambiarla". Oltre alla proroga, il CdM ha approvato un emendamento che verrà verosimilmente inserito alla ripresa dei lavori a gennaio nel ddl sviluppo all’esame del Senato e che riduce ulteriormente i margini di operatività della class action. Secondo quanto contenuto nel testo dell’emendamento viene prevista la retroattività dell’azione collettiva risarcitoria ma solo per gli illeciti avvenuti a partire dal primo luglio 2008. Dunque rimangono senza possibilità di ricorrere a questo strumento tutti i risparmiatori colpiti dalle vicende legate al crack Cirio, al crack Parmalat e alla truffa dei bond argentini. Viene eliminata, inoltre, l'esclusiva alle associazioni dei consumatori nel promuovere l'azione e si concede maggiore potere di filtro ai giudici sull'ammissibilità. L’ulteriore slittamento ha provocato la reazione delle associazioni dei consumatori. "Vergogna! Siamo indignati!", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti di Ausbef e Fedrconsumatori. Questa legge, approvata durante la precedente legislatura, è stata prima rimandata dal governo Berlusconi, con l'obiettivo di migliorarla; oggi, dopo aver peggiorato la legge eliminando la retroattività, viene ulteriormente rinviata di altri 6 mesi”. Sempre secondo Trefiletti e Lannutti a “subire l’atteggiamento del governo sono i cittadini, direttamente danneggiati dalle truffe e tutte le imprese che, nel mercato, operano nel pieno rispetto delle regole. Il nuovo rinvio dell`entrata in vigore della class action è il segno di un Paese in profonda crisi che intende restare in serie B". Sul tema è intervenuto l’on. Andrea Lulli, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive alla Camera. "L'ennesimo rinvio della class action è una presa in giro dei cittadini che il governo porta avanti senza vergogna" ha dichiarato l’esponente Pd, che prosegue:"Il governo è responsabile del boicottaggio di una legge innovativa e moderna, varata dal governo Prodi, che avrebbe fatto fare un passo in avanti al nostro Paese, avvicinando la qualità dei servizi per i cittadini agli standard europei. Ormai è chiaro a tutti che alla destra non interessa niente se i consumatori hanno servizi scadenti e i responsabili di ciò restino impuniti e non vengano chiamati a rendere conto del proprio operato; fra questi ci sono anche i beneficiari delle concessioni pubbliche. L'azione collettiva sarebbe stata anche un segnale importante per una maggiore legalità economica". Della stessa linea è Carlo Pileri, presidente dell`Adoc. ”Dal governo ci era stato assicurato che il rinvio dell`entrata in vigore al primo gennaio era da attribuire alla volontà del governo di estendere la norma anche alla pubblica amministrazione. Ora sembra invece che si voglia stravolgere tale normativa, esautorando le associazioni dei consumatori dall`essere promotrici privilegiate dell`azione collettiva; eliminando la retroattività, così da evitare che gli ultimi grandi scandali nei confronti dei risparmiatori e consumatori, come Cirio e Parmalat, possano essere oggetto di giudizio; eliminando la promessa estensione dell`azione di classe alla P.a. e alle concessionarie di servizi pubblici”. Di fatto il governo depotenzia la norma introdotta già nel 2008. L’asse governo – Confindustria si salda dunque anche su questo punto, dopo il braccio di ferro nel Consiglio europeo sulla riduzione delle emissioni voluta dal presidente di turno dell’UE Sarkozy. Il presidente degli industriali Emma Marcegaglia aveva infatti a più riprese chiesto nel corso dell’anno al governo di rinviare l'entrata in vigore della legge, muovendosi nel solco già tracciato dal suo predecessore, Luca Cordero di Montezemolo, che aveva giudicato la legge come “un atto ostile nei confronti delle aziende”. Montezemolo a suo tempo parlò di un provvedimento “sbagliato, rozzo, che creerà grandissimi, ulteriori problemi alle imprese e ai lavoratori”. Secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti “il Governo e la Confindustria vogliono rendere impossibile l'azione di risarcimento per i danni subiti dai cittadini nelle truffe Cirio, Parmalat e vogliono rimandare il più possibile l'attuazione della legge stessa".
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