15-10-2008
ANCHE L'UNIVERSITA', COME LA SCUOLA NON ACCETTA LA SCURE DELLA GELMINI
Le università contro la riforma Gelmini. Il PD: opposizione durissima. Una riforma che non piace a nessuno. Né al PD, né agli studenti né a presidi e professori. Ma sul decreto Gelmini la maggioranza sembra andare avanti e dopo due giorni di proteste in tutto il Paese il PD, con Vincenzo Vita annuncia “opposizione durissima” mentre Maria Pia Garavaglia sul Corriere Della Sera risponde a Galli Della Loggia che accusava il partito di puntare solo sulla protesta, elencando le proposte del governo ombra sulla scuola. La settimana è iniziata con il corteo alla Sapienza e oggi il preside di Scienze umanistiche dell’ateneo, Roberto Antonelli usa parole durissime: “Non è né una riforma né una controriforma, è un omicidio che ha per vittima l'università e la ricerca". A Milano presidio alla Statale, a Napoli l'assemblea 'Stop Gelmini' ha interrotto il normale svolgimento del senato accademico dell'università Orientale. Mobilitazione anche a Firenze. Oggi circa duemila ragazzi hanno manifestato all'interno della cittadella universitaria contro la Gelmini. Gli studenti hanno via via interrotto le lezioni delle diverse facoltà, da Lettere a Scienze politiche per sollecitare i colleghi a unirsi alla protesta. Finito il giro delle aule, i ragazzi hanno toccato anche altre facoltà, prima di tornare a Lettere, sedersi davanti agli uffici della presidenza e cominciare un'assemblea spontanea che chiede di "ufficializzare" il blocco della didattica. "Il sapere non è una mercanzia, Tremonti e Gelmini li spazzeremo via" e "non pagheremo la vostra crisi" gli slogan più gettonati. Non piacciono i tagli, il blocco del turnover del personale docente e la possibilità per gli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. Alla Sapienza martedì prossimo si riunirà il senato accademico per valutare e discutere il decreto 133/2008 che prevede tagli alle risorse destinate all'università. E' da questa riunione che potrebbe scaturire il blocco della didattica alla Sapienza e venerdì 17 è previsto uno sciopero generale, con obiettivo dichiarato "il blocco immediato dell'anno accademico". Blocco delle lezioni e assemblee ci sono state anche a Napoli, Firenze, Milano, Perugia. Il 15 ottobre manifestazioni sono previste a Roma, Bologna, Torino, Napoli, Parma, Genova, Perugia, Milano, Viareggio, Brescia e Castrovillari. Sulle proteste romane è intervenuto il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: “Non posso non condividere le motivazioni alla base della protesta studentesca della Sapienza: colpendo l'Università' e i luoghi del sapere si colpisce al cuore la possibilità di un reale ricambio della classe dirigente. In un Paese moderno scuola, università e ricerca non possono essere considerate delle spese, ma piuttosto degli investimenti per il futuro; e il fatto che in l'Italia si spenda solo l'1,6% del PIL per l'Università' rispetto al 2,8 dell'Europa e' un segno dell'arretratezza culturale del nostro Paese. E dal Senato Vincenzo Vita promette “opposizione durissima, al limite dei regolamenti parlamentari, al decreto legge Gelmini sulla scuola". Per Vita, le numerose e-mail di protesta che stanno giungendo in questi giorni al Quirinale "sono il segno di un malessere diffuso su tutto il territorio nazionale. Il decreto del ministro Gelmini non piace a nessuno e passata la fase propagandistica del grembiulino appare adesso chiaro che si chiuderanno tantissime di scuole, andranno a casa decine di migliaia di insegnanti e sparirà il tempo pieno. E' visibile che la maggioranza voterà questo provvedimento per motivi di obbedienza".
ANCHE L'UNIVERSITA', COME LA SCUOLA NON ACCETTA LA SCURE DELLA GELMINI
Le università contro la riforma Gelmini. Il PD: opposizione durissima. Una riforma che non piace a nessuno. Né al PD, né agli studenti né a presidi e professori. Ma sul decreto Gelmini la maggioranza sembra andare avanti e dopo due giorni di proteste in tutto il Paese il PD, con Vincenzo Vita annuncia “opposizione durissima” mentre Maria Pia Garavaglia sul Corriere Della Sera risponde a Galli Della Loggia che accusava il partito di puntare solo sulla protesta, elencando le proposte del governo ombra sulla scuola. La settimana è iniziata con il corteo alla Sapienza e oggi il preside di Scienze umanistiche dell’ateneo, Roberto Antonelli usa parole durissime: “Non è né una riforma né una controriforma, è un omicidio che ha per vittima l'università e la ricerca". A Milano presidio alla Statale, a Napoli l'assemblea 'Stop Gelmini' ha interrotto il normale svolgimento del senato accademico dell'università Orientale. Mobilitazione anche a Firenze. Oggi circa duemila ragazzi hanno manifestato all'interno della cittadella universitaria contro la Gelmini. Gli studenti hanno via via interrotto le lezioni delle diverse facoltà, da Lettere a Scienze politiche per sollecitare i colleghi a unirsi alla protesta. Finito il giro delle aule, i ragazzi hanno toccato anche altre facoltà, prima di tornare a Lettere, sedersi davanti agli uffici della presidenza e cominciare un'assemblea spontanea che chiede di "ufficializzare" il blocco della didattica. "Il sapere non è una mercanzia, Tremonti e Gelmini li spazzeremo via" e "non pagheremo la vostra crisi" gli slogan più gettonati. Non piacciono i tagli, il blocco del turnover del personale docente e la possibilità per gli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. Alla Sapienza martedì prossimo si riunirà il senato accademico per valutare e discutere il decreto 133/2008 che prevede tagli alle risorse destinate all'università. E' da questa riunione che potrebbe scaturire il blocco della didattica alla Sapienza e venerdì 17 è previsto uno sciopero generale, con obiettivo dichiarato "il blocco immediato dell'anno accademico". Blocco delle lezioni e assemblee ci sono state anche a Napoli, Firenze, Milano, Perugia. Il 15 ottobre manifestazioni sono previste a Roma, Bologna, Torino, Napoli, Parma, Genova, Perugia, Milano, Viareggio, Brescia e Castrovillari. Sulle proteste romane è intervenuto il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: “Non posso non condividere le motivazioni alla base della protesta studentesca della Sapienza: colpendo l'Università' e i luoghi del sapere si colpisce al cuore la possibilità di un reale ricambio della classe dirigente. In un Paese moderno scuola, università e ricerca non possono essere considerate delle spese, ma piuttosto degli investimenti per il futuro; e il fatto che in l'Italia si spenda solo l'1,6% del PIL per l'Università' rispetto al 2,8 dell'Europa e' un segno dell'arretratezza culturale del nostro Paese. E dal Senato Vincenzo Vita promette “opposizione durissima, al limite dei regolamenti parlamentari, al decreto legge Gelmini sulla scuola". Per Vita, le numerose e-mail di protesta che stanno giungendo in questi giorni al Quirinale "sono il segno di un malessere diffuso su tutto il territorio nazionale. Il decreto del ministro Gelmini non piace a nessuno e passata la fase propagandistica del grembiulino appare adesso chiaro che si chiuderanno tantissime di scuole, andranno a casa decine di migliaia di insegnanti e sparirà il tempo pieno. E' visibile che la maggioranza voterà questo provvedimento per motivi di obbedienza".
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