10-09-2008
PD: IMPEGNATI IN UNA FORTE CAMPAGNA D'AUTUNNO TRA GLI ITALIANI
Si parte con lo scuola-day, alla fine di settembre, che chiuderà tre giorni di iniziative in tutta Italia, il 26, 27 e 29, con sit in, assemblee e manifestazioni. Ma poi, a ottobre, toccherà alle altre emergenze del paese, prezzi, salari, mezzogiorno. Eccola la campagna d’autunno del Pd. Veltroni aveva suonato la carica a Firenze, («meno autoanalisi, più lavoro tra la gente per spiegare le magagne del governo Berlusconi»), ieri il coordinamento ha formalizzato le tappe della mobilitazione, che vedrà impegnato tutto il partito in vista della manifestazione del 25 ottobre. «Big compresi», assicura Fioroni. Insomma, ci saranno tutti, davanti a supermercati, fabbriche, scuole, luoghi di lavoro, per spiegare che a parte gli annunci il governo sta facendo molto poco oppure, come nel caso della scuola, danni gravi. Veltroni è convinto: «Lo scenario politico è in evoluzione, e dietro ai litigi nella maggioranza ci sono assetti di potere importanti...». Nessuno nel Pd prevede divisioni clamorose nella maggioranza, ma le tensioni di questi giorni su federalismo, Ici, scuola, sicurezza, indicano problemi reali. «Loro fanno spot, ma governare è diverso da fare annunci, non basta far girare gli elicotteri...». Veltroni attacca su vari fronti, compresa la vicenda del braccialetto elettronico in cui vede «un vero indulto mascherato». L’affermazione provoca l’aspra reazione della Destra, (e il primo plauso di Di Pietro da diversi mesi). Ma il segretario attacca soprattutto sul tema scuola, il primo «disastro» che i cittadini stanno già toccando con mano. Ieri il segretario, prima di andare a Spoleto e Terni a chiudere due feste democratiche, in cui ha attaccato sia il governo che Di Pietro («fa l’opposizione che piace a Berlusconi»), ha avuto parole dure sulla rivoluzione del ministro Gelmini. «Dietro ai tagli non c’è alcuna idea educativa, ma solo una grande improvvisazione, che avrà conseguenze drammatiche». «Siamo alla corrida - dice il leader del Pd - se si pensa che i precari della scuola debbano essere riconvertiti al turismo...». Il succo è che per il Pd la cura Tremonti-Brunetta-Gelmini porterà alla sostanziale fine del tempo pieno (con problemi angosciosi e costosi per le famiglie), alla chiusura di scuole in molti piccoli centri, (ed è questo che al nord preoccupa la Lega ndr), a un aumento dei costi di trasporto per gli enti locali, a un probabile aumento dell’abbandono scolastico. Le donne, insegnanti e madri, subiranno i danni più gravi di questi tagli, chiosano in una conferenza stampa il segretario, Beppe Fioroni, Maria Pia Garavaglia, Pina Picierno e Maria Coscia. Per non parlare del danno formativo: «Col maestro unico si accaniscono sul frammento che funziona meglio, e si taglia nel comparto da cui dipende il futuro del paese, nell’unico luogo in cui due bambini di diversa estrazione sociale possono avere le stesse opportunità. È vero - dice Veltroni - che la scuola non è un ammortizzatore sociale, però un valore sociale lo è...». Il leader del Pd attacca direttamente il ministro: «Lei è l’ultima che può parlare di merito, visto che ha scelto di fare l’esame dove era più facile, e sta ingannando i cittadini, dicendo che non cambierà nulla». Conclusione: tagliare la spesa è necessario, ma partire dalla scuola, in questo modo, è la cosa più sbagliata visto che oltretutto la spesa è nella media Ue («hanno fornito dati falsi», dicono al Pd). Insomma l’allarme è pesante: «Attenzione - dice Maria Pia Garavaglia - bisogna capire cosa sta accadendo, non ci sarà la più la scuola di tutti, ma la scuola classista di Berlusconi». Il problema principale del Pd, al momento è sempre lo stesso: «farlo capire», bucare il muro di consenso di cui gode il governo grazie anche, sono convinti i democratici, alla compiacenza dei media. L’idea è che quando si andrà a parlare davvero con la gente, dei temi veri, la nebbia si diraderà. Per Fioroni, che ha fatto il punto del tesseramento ieri alla riunione del coordinamento il partito c’è, e si ritroverà unito in questa campagna d’autunno. Il tesseramento procede, sono già state consegnate alle strutture del Pd le prime 500mila tessere, le altre 500mila sono in corso di stampa. Il calendario della mobilitazione è in gran parte stabilito: si comincia con la scuola, il 26 e 27 settembre, con una manifestazione cui parteciperà il segretario, il 29 a Roma. Poi sarà la volta del caro vita, davanti a mercati e supermercati, dal 3 al 6 ottobre. Chiusura da definire, sempre affidata al segretario, in un capoluogo del nord. Si passa poi ai salari, dal 10 al 13 ottobre, davanti a fabbriche e luoghi di lavoro. Il segretario toccherà il tema in un appuntamento a Milano il 13 ottobre. Ultimo appuntamento, prima del 25, dedicato al tesseramento con un occhio ai giovani dal 16 al 18 ottobre. Resta in agenda, ancora da definire, anche una manifestazione per il sud a Napoli.
PD: IMPEGNATI IN UNA FORTE CAMPAGNA D'AUTUNNO TRA GLI ITALIANI
Si parte con lo scuola-day, alla fine di settembre, che chiuderà tre giorni di iniziative in tutta Italia, il 26, 27 e 29, con sit in, assemblee e manifestazioni. Ma poi, a ottobre, toccherà alle altre emergenze del paese, prezzi, salari, mezzogiorno. Eccola la campagna d’autunno del Pd. Veltroni aveva suonato la carica a Firenze, («meno autoanalisi, più lavoro tra la gente per spiegare le magagne del governo Berlusconi»), ieri il coordinamento ha formalizzato le tappe della mobilitazione, che vedrà impegnato tutto il partito in vista della manifestazione del 25 ottobre. «Big compresi», assicura Fioroni. Insomma, ci saranno tutti, davanti a supermercati, fabbriche, scuole, luoghi di lavoro, per spiegare che a parte gli annunci il governo sta facendo molto poco oppure, come nel caso della scuola, danni gravi. Veltroni è convinto: «Lo scenario politico è in evoluzione, e dietro ai litigi nella maggioranza ci sono assetti di potere importanti...». Nessuno nel Pd prevede divisioni clamorose nella maggioranza, ma le tensioni di questi giorni su federalismo, Ici, scuola, sicurezza, indicano problemi reali. «Loro fanno spot, ma governare è diverso da fare annunci, non basta far girare gli elicotteri...». Veltroni attacca su vari fronti, compresa la vicenda del braccialetto elettronico in cui vede «un vero indulto mascherato». L’affermazione provoca l’aspra reazione della Destra, (e il primo plauso di Di Pietro da diversi mesi). Ma il segretario attacca soprattutto sul tema scuola, il primo «disastro» che i cittadini stanno già toccando con mano. Ieri il segretario, prima di andare a Spoleto e Terni a chiudere due feste democratiche, in cui ha attaccato sia il governo che Di Pietro («fa l’opposizione che piace a Berlusconi»), ha avuto parole dure sulla rivoluzione del ministro Gelmini. «Dietro ai tagli non c’è alcuna idea educativa, ma solo una grande improvvisazione, che avrà conseguenze drammatiche». «Siamo alla corrida - dice il leader del Pd - se si pensa che i precari della scuola debbano essere riconvertiti al turismo...». Il succo è che per il Pd la cura Tremonti-Brunetta-Gelmini porterà alla sostanziale fine del tempo pieno (con problemi angosciosi e costosi per le famiglie), alla chiusura di scuole in molti piccoli centri, (ed è questo che al nord preoccupa la Lega ndr), a un aumento dei costi di trasporto per gli enti locali, a un probabile aumento dell’abbandono scolastico. Le donne, insegnanti e madri, subiranno i danni più gravi di questi tagli, chiosano in una conferenza stampa il segretario, Beppe Fioroni, Maria Pia Garavaglia, Pina Picierno e Maria Coscia. Per non parlare del danno formativo: «Col maestro unico si accaniscono sul frammento che funziona meglio, e si taglia nel comparto da cui dipende il futuro del paese, nell’unico luogo in cui due bambini di diversa estrazione sociale possono avere le stesse opportunità. È vero - dice Veltroni - che la scuola non è un ammortizzatore sociale, però un valore sociale lo è...». Il leader del Pd attacca direttamente il ministro: «Lei è l’ultima che può parlare di merito, visto che ha scelto di fare l’esame dove era più facile, e sta ingannando i cittadini, dicendo che non cambierà nulla». Conclusione: tagliare la spesa è necessario, ma partire dalla scuola, in questo modo, è la cosa più sbagliata visto che oltretutto la spesa è nella media Ue («hanno fornito dati falsi», dicono al Pd). Insomma l’allarme è pesante: «Attenzione - dice Maria Pia Garavaglia - bisogna capire cosa sta accadendo, non ci sarà la più la scuola di tutti, ma la scuola classista di Berlusconi». Il problema principale del Pd, al momento è sempre lo stesso: «farlo capire», bucare il muro di consenso di cui gode il governo grazie anche, sono convinti i democratici, alla compiacenza dei media. L’idea è che quando si andrà a parlare davvero con la gente, dei temi veri, la nebbia si diraderà. Per Fioroni, che ha fatto il punto del tesseramento ieri alla riunione del coordinamento il partito c’è, e si ritroverà unito in questa campagna d’autunno. Il tesseramento procede, sono già state consegnate alle strutture del Pd le prime 500mila tessere, le altre 500mila sono in corso di stampa. Il calendario della mobilitazione è in gran parte stabilito: si comincia con la scuola, il 26 e 27 settembre, con una manifestazione cui parteciperà il segretario, il 29 a Roma. Poi sarà la volta del caro vita, davanti a mercati e supermercati, dal 3 al 6 ottobre. Chiusura da definire, sempre affidata al segretario, in un capoluogo del nord. Si passa poi ai salari, dal 10 al 13 ottobre, davanti a fabbriche e luoghi di lavoro. Il segretario toccherà il tema in un appuntamento a Milano il 13 ottobre. Ultimo appuntamento, prima del 25, dedicato al tesseramento con un occhio ai giovani dal 16 al 18 ottobre. Resta in agenda, ancora da definire, anche una manifestazione per il sud a Napoli.
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