06-07-2008
BOSSI: "NEL GOVERNO C'E' TROPPO BORDELLO"
“Il Governo? Ha ragione Veltroni, c’è troppo bordello, come si fa a fare le cose”. Umberto Bossi dà ragione al segretario del PD e da Arcore per la festa della Lega prende al volo le considerazioni di Walter Veltroni espresse durante l’assise del Ps a Montecatini quando ha ribadito che il governo Berlusconi non durerà i cinque anni previsti. Bossi la pensa come Veltroni visto il clima di agitazione nei cofronti del presidente del Consiglio Berlusconi, intento solo a varare leggi ad personam. La preoccupazione maggiore del leader del Carroccio è riprendere il dialogo con il Partito Democratico bruscamente interrottosi con l’introduzione nel decreto sicurezza della norma salva processi, la salva premier. Bossi dunque prende le distanze dalle politiche di governo del premier Berlusconi. Già nell’ultimo consiglio dei ministri, quando il premier voleva dare l’immagine di un governo unito e soprattutto compatto, il ministro per le Riforme manifestava qualche insofferenza sparando a zero su Maria Grazia Gelmini, ministra dell’Istruzione, e su Giulio Tremonti, ministro dell’Economia. La prima a finire tra le sue grinfie è stata proprio la Gelmini: “Mettono a fare i ministri chi non ha mai l’insegnante, mi sentirei più sicuro se la scuola fosse in mano alla Lega”, ha dichiarato il senatur senza colpo ferire. Poi la stoccata a Tremonti: “Pensi a chi non arriva alla fine del mese”. Insomma Bossi prende le dovute distanze da Berlusconi. La sua preoccupazione maggiore è l’autonomia del suo partito, ma non solo. Bossi ha in mente le riforme, e soprattutto quel federalismo federalismo fiscale, un vecchio pallino del senatur e compagni, sui quali è possibile che Berlusconi non lo accontenti. Per questo il Carroccio è disposto a vestire i panni del moderatore cercando di riprendere il dialogo con il PD. Il leader della Lega, durante il raduno ad Arcore, si definisce “uomo che tratta” e si aspetta dall’opposizione “un atteggiamento propositivo sul federalismo fiscale”. Nel suo intervento, il leader della Lega Nord ha trattato anche il tema intercettazioni: “A volte Berlusconi va giù troppo pesante” sottolineando come ci sia un rischio per la democrazia: “Stiamo diventando come la Ddr ai tempi della Stasi e dei servizi segreti”. Tra qualche insofferenza Bossi aspetta Silvio al varco: se non ci sarà l’accordo sul federalismo, il senatur è pronto a riprendere le armi e iniziare la sia offensiva. A costo di far cadere il governo? Forse no, “non siamo imbecilli - ha ribadito Bossi ma di certo se Berlusconi votasse contro il federalismo fiscale, ci chiederemmo cosa ci stiamo a fare.
BOSSI: "NEL GOVERNO C'E' TROPPO BORDELLO"
“Il Governo? Ha ragione Veltroni, c’è troppo bordello, come si fa a fare le cose”. Umberto Bossi dà ragione al segretario del PD e da Arcore per la festa della Lega prende al volo le considerazioni di Walter Veltroni espresse durante l’assise del Ps a Montecatini quando ha ribadito che il governo Berlusconi non durerà i cinque anni previsti. Bossi la pensa come Veltroni visto il clima di agitazione nei cofronti del presidente del Consiglio Berlusconi, intento solo a varare leggi ad personam. La preoccupazione maggiore del leader del Carroccio è riprendere il dialogo con il Partito Democratico bruscamente interrottosi con l’introduzione nel decreto sicurezza della norma salva processi, la salva premier. Bossi dunque prende le distanze dalle politiche di governo del premier Berlusconi. Già nell’ultimo consiglio dei ministri, quando il premier voleva dare l’immagine di un governo unito e soprattutto compatto, il ministro per le Riforme manifestava qualche insofferenza sparando a zero su Maria Grazia Gelmini, ministra dell’Istruzione, e su Giulio Tremonti, ministro dell’Economia. La prima a finire tra le sue grinfie è stata proprio la Gelmini: “Mettono a fare i ministri chi non ha mai l’insegnante, mi sentirei più sicuro se la scuola fosse in mano alla Lega”, ha dichiarato il senatur senza colpo ferire. Poi la stoccata a Tremonti: “Pensi a chi non arriva alla fine del mese”. Insomma Bossi prende le dovute distanze da Berlusconi. La sua preoccupazione maggiore è l’autonomia del suo partito, ma non solo. Bossi ha in mente le riforme, e soprattutto quel federalismo federalismo fiscale, un vecchio pallino del senatur e compagni, sui quali è possibile che Berlusconi non lo accontenti. Per questo il Carroccio è disposto a vestire i panni del moderatore cercando di riprendere il dialogo con il PD. Il leader della Lega, durante il raduno ad Arcore, si definisce “uomo che tratta” e si aspetta dall’opposizione “un atteggiamento propositivo sul federalismo fiscale”. Nel suo intervento, il leader della Lega Nord ha trattato anche il tema intercettazioni: “A volte Berlusconi va giù troppo pesante” sottolineando come ci sia un rischio per la democrazia: “Stiamo diventando come la Ddr ai tempi della Stasi e dei servizi segreti”. Tra qualche insofferenza Bossi aspetta Silvio al varco: se non ci sarà l’accordo sul federalismo, il senatur è pronto a riprendere le armi e iniziare la sia offensiva. A costo di far cadere il governo? Forse no, “non siamo imbecilli - ha ribadito Bossi ma di certo se Berlusconi votasse contro il federalismo fiscale, ci chiederemmo cosa ci stiamo a fare.
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